Estatatura Grosseto Scansano

120 anni dall’abolizione 1897-2017

A Grosseto il binomio estatatura-malaria è storicamente inscindibile.
Fin dal XVIII secolo, infatti, al giungere dei primi caldi estivi le popolazioni delle acquitrinose pianure maremmane lasciavano temporaneamente le proprie abitazioni per scampare alla minaccia della malaria rifugiandosi fino all’autunno nelle salubri zone collinari circostanti.
Il fenomeno dell’estatatura, la migrazione estiva, raggiunse proporzioni così ampie che dal 1780 venne deciso, con un preciso Regolamento, il trasferimento durante il periodo estivo di vari uffici amministrativi di Grosseto (divenuta provincia del Granducato nel 1766) verso Massa Marittima, Roccastrada e Castel del Piano al sicuro dalla famigerata zanzara anopheles potatrice della malaria.
I trasferimenti non erano regolamentati e spesso i vari uffici cambiavano destinazione di anno in anno.

Gradualmente, per questioni logistiche, il paese Scansano venne individuato come centro privilegiato per il trasferimento estivo delle principali sedi amministrative del capoluogo. Situato in una posizione centrale e strategica risultava facilmente raggiungibile da ogni zona di quella che al tempo era la Provincia Inferiore Senese (nominata dal 1825 Compartimento Grossetano).

Oltre alle difficoltà umane, l’estatatura portava con se grandi complessità organizzative e amministrative. Per anni rappresentò anche un problema istituzionale fino a quando, nel luglio 1897, venne definitivamente abolita dal Regio Governo.
Questo però non impedì alla popolazione, seppur in maniera meno consistente, di continuare a migrare in collina durante l’estate dato che la malaria era ancora lontana dall’essere debellata.
L’estatatura perse il suo risvolto drammatico solo dopo la definitiva bonifica delle pianure maremmane nella prima metà del novecento.

Oggi, rievocare questa antica pratica è un’occasione per ricordare storia e tradizione di queste zone, ripercorrendo a cavallo sentieri di pianura, boschi, guadi e colline che dalla città di Grosseto portano al paese di Scansano, per anni un rifugio sicuro lontano dai miasmi della pianura malarica.